Tutti hanno delle passioni. Alcune possono essere calme e tranquille, mentre altre più spericolate, soprattutto se sono a due ruote. Le Café Racers sono una particolare tipologia di motocicletta che ha origini storiche, sicuramente già note ai più fanatici e sconosciute per alcuni. Ripercorriamo insieme tutte le tappe di questa passione vintage a due ruote.
La nascita di un mito
Il termine “Café Racer” nasce negli anni ’60 in Inghilterra, per indicare particolari motociclette guidate dai ragazzi dell’epoca e parcheggiate davanti ai locali pubblici frequentati da questi. Si trattava di normali motoveicoli da strada dotati di accessori particolari e parti della struttura modificate, così da farle sembrare moto da competizione. I proprietari si sfidavano in gare clandestine che si concludevano spesso di fronte ai bar cafè.
La motocicletta Café Racer era l’espressione della cultura rock, da cui nacquero gare clandestine su moto pesantemente modificate a livello estetico. Esserci dentro significava passare intere nottate a fare ogni tipo di lavoro possibile, perché la moto era l’anima del biker, doveva essere diversa da tutti gli altri, come lo era il Rocker ribelle rispetto alla massa.
Racer non è una parola che necessita di traduzione, la tendenza del tempo era quella di prendere la propria moto e smontarla in garage, cercando componenti derivati dalle gare e sostituirli con quelli di serie. Le modifiche più vistose riguardavano in primis il manubrio, che veniva sostituito con i semi manubri delle sportive da gara, così come la sella che doveva essere monoposto ed affilata al pari delle moto da competizione.
Oggi, per Café Racer si intende una motocicletta sportiva, ma dall’aspetto rétro/vintage. La struttura e la meccanica impiegata risultano comunque comparabili ad un motoveicolo di serie.
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